ALIMENTARSI IN SICUREZZA: DISFAGIA ED EMIPLEGIA ALTERNANTE

Tra i sintomi neurologici che caratterizzano l’emiplegia alternante, durante gli attacchi ovvero in modo permanente, c’è la Disfagia, una disfunzione dell’apparato digerente che consiste nella difficoltà a deglutire cibo e liquidi e farli progredire correttamente nelle vie digestive superiori.
Il termine “bolo” indica l’impasto di cibo masticato e imbevuto di saliva che si forma in bocca prima della deglutizione. Se, per un meccanismo alterato dell’organismo, una porzione del bolo viene aspirata ed entra nelle vie aeree, si provocano disagi di varia natura ed entità da non sottovalutare, con conseguenze anche gravi. Fare attenzione ai segnali di una possibile disfagia è importante per adottare subito opportuni accorgimenti, sia nella scelta degli alimenti sia nel modo e nei tempi della loro somministrazione.

Cosa capita quando un boccone va di traverso?

Il cibo che ingeriamo e l’aria che respiriamo passano da una cavità comune chiamata laringe e, attraverso un sofisticato meccanismo di cui è dotato il nostro organismo, si dirigono rispettivamente verso l’apparato digerente (esofago) oppure verso i polmoni (trachea). Nel momento della deglutizione una sorta di valvola detta epiglottide si chiude, escludendo l’accesso alla trachea e dirigendo il bolo verso il tubo digerente. La laringe mette quindi in comunicazione bocca, naso, trachea ed esofago.  Se, per un malfunzionamento del meccanismo, il cibo entra nelle vie aeree, si verifica un episodio di Disfagia (dal gr. δυς – “male” e ϕαγεῖν “mangiare”), che può rappresentare un disturbo momentaneo quando è dovuto ad un comportamento alimentare scorretto, ma diventa una patologia quando a provocarlo sono menomazioni neurologiche e/o strutturali.

Quali rischi comporta la disfagia?

La disfagia può causare la tosse fino al rischio di soffocamento e problemi polmonari, disidratazione, aspirazione inadeguata, malnutrizione. Un disordine di deglutizione può provocare la paura di mangiare o viceversa la paura di mangiare può innescare un problema deglutitorio. In pericolo di soffocamento viene applicata la manovra di Heimlich per espellere il boccone, una tecnica ampliamente documentata con video-tutorial su internet.

Quanti tipi di disfagia esistono?

Esistono tre tipologie di disfagia: orale, faringea ed esofagea. La prima (predeglutitoria), riguarda la preparazione e propulsione del bolo e include i processi di salivazione e masticazione; la seconda (intradeglutitoria) comporta una difficoltà nel passaggio del bolo attraverso la cavità oro- faringea (parte della faringe) e provoca i maggiori rischi di aspirazione del cibo a livello tracheo-bronchiale. Per l’80% è dovuta a patologie neurologiche e per il 20% a seguito di interventi chirurgici; la terza tipologia (postdeglutitoria) può riguardare il ristagno di residui salivari o alimentari che vengono inalati alla riapertura della glottide in fase di respirazione o l’incapacità di trattenere il bolo nell’esofago con conseguente reflusso.

 Come si diagnostica un disturbo di disfagia?

Per fare una diagnosi di disfagia è necessario un percorso di osservazione e valutazione dei pazienti. In prima istanza viene fatto uno screening ospedaliero dagli infermieri, nel corso del quale si nota nel paziente se tossisce o abbassa la soglia di attenzione durante il pasto, se si verifica calo di peso o disidratazione. Uno dei test più comuni è il “Test del bolo” che consiste nella somministrazione di un liquido alla persona, seduta con il tronco diritto e in un ambiente tranquillo. Il risultato è positivo se si verificano tosse o voce gorgogliante.  Successivamente vengono eseguite sia una valutazione clinica a cura del logopedista, sia analisi strumentali attraverso tecniche come la fluoroscopia e la fibroendoscopia per avere dati oggettivi.

In che modo si può aiutare a evitare i problemi di deglutizione?

La scelta degli alimenti con una dieta adattativa e atteggiamenti corretti durante e dopo il pasto possono aiutare a evitare i problemi di deglutizione. Segnaliamo di seguito alcune buone abitudini, da mettere in atto innanzitutto quanto i soggetti con EA hanno un attacco emiplegico o tetraplegico, ma valide comunque per tutti:

  • Stare in posizione eretta a tavola
  • Non parlare quando si mangia
  • Masticare lentamente e un bolo alla volta
  • Evitare di mangiare se si è troppo stanchi
  • Evitare di bere durante i pasti. Sarebbe meglio prima o dopo
  • Sospendere il pasto quando si verifica la tosse
  • Mangiare poco e spesso
  • Evitare alimenti a doppia consistenza (ad esempio brodo e pasta assieme), cibi friabili, cibi filamentosi (ad esempio spinaci, prosciutto crudo). Questi ultimi si possono consumare con l’accorgimento di tagliarli a pezzettini.
  • Curare l’igiene orale dopo i pasti per evitare che si possa verificare un ristagno di cibo in gola.

In arrivo una App gratuita per aiutare chi soffre di disfagia

Le indicazioni presenti in quest’articolo fanno seguito alla relazione esposta in occasione dell’ultimo Meeting Nazionale delle Famiglie A.I.S.EA dalla dott.ssa Chiara Stracquadanio, logopedista presso l’Unità Operativa di Riabilitazione Specialistica dell’Azienda Socio Sanitaria Territoriale Santi Paolo e Carlo (MI), specializzata in disfagia. A settembre 2019 sarà pubblicata a sua cura una App gratuita per orientare le persone che soffrono di disfagia verso comportamenti corretti e una dieta adeguata e supportare i caregiver nel delicato momento dell’assistenza al pasto.

La App prevede una forma base (download diretto) costituita da spiegazioni brevi e semplici della disfagia (cause e conseguenze), consigli generali utili per chi fa assistenza al pasto, video e spiegazioni sulla corretta igiene orale e sulla sua importanza, video sulla manovra di soffocamento (Manovra di Heimlich), informazioni sui centri riabilitativi del territorio nazionale, delle associazioni che possano rispondere a bisogni formativi, assistenziali attive per i familiari e i pazienti, sezione FAQ per rispondere alle principali domande. Successivamente vi sono schermate informative, video tutorial e consigli generali.

L’iniziativa è realizzata in collaborazione con la Federazione Logopedisti Italiani e con il supporto di Giovanna Pinelli, Dietologa Nutrizionista di Milano.

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