L’8 aprile scorso è stata pubblicata sulla rivista scientifica “Frontiers in Neurology” la ricerca italiana su “Correlazione tra genotipo e fenotipo in 39 pazienti italiani con Emiplegia Alternante” a cura di Ramona Cordani1, Michela Stagnaro2, Livia Pisciotta 1,3, Francesco Danilo Tiziano4, Maria Grazia Calevo5, Lino Nobili 1,2, Elisa De Grandis 1,2 e I.B.AHC Consortium.
La premessa
Lo studio, illustrato dalla dott.ssa Cordani in occasione del Meeting Nazionale delle Famiglie A.I.S.EA, parte dalla premessa che nell’80% dei pazienti con emiplegia alternante sono state riscontrate mutazioni del gene ATP1A3 e che le varianti più frequenti sono: la D801N (30-43% dei casi), la E815K (16-35%) e la G947R (8-15%).
Il campione
È stato studiato un campione di 39 pazienti provenienti dalla Biobanca e Registro Clinico italiano per l’Emiplegia Alternante I.B.AHC coordinato da A.I.S.EA Onlus.
Sono stati raccolti dati su: disturbi del movimento parossistici (attacchi plegici, attacchi tonici, movimenti oculari anomali ecc.); epilessia; problematiche neurologiche, situazione genetica; risposta al trattamento con farmaci a base di flunarizina.
In 36 pazienti su 39 (= 92,3%) è stata riscontrata la mutazione del gene ATP1A3: nel 26% dei casi la D801N, nel 23% la E815K, nel restante 43,6% si sono rilevate altre mutazioni.
I risultati
Durante lo studio è emerso che i pazienti con mutazione E815K del gene ATP1A3 hanno un quadro clinico più severo rispetto agli altri con esordio più precoce dei disturbi del movimento parossistici, maggiore frequenza dell’epilessia e più disturbi neurologici. Il tono muscolare di questi pazienti è alterato e la deambulazione autonoma non è possibile, presentano inoltre una distonia grave e anche la disabilità intellettiva e il disturbo del linguaggio sono severi. Per quanto riguarda la risposta alla cura con la flunarizina, è stata riscontrata una maggiore efficacia rispetto agli altri gruppi nel ridurre l’intensità, la durata e frequenza degli episodi parossistici.
Il gruppo con mutazione D801N del gene ATP1A3 ha mostrato invece un esordio più tardivo dei disturbi del movimento parossistici, minore frequenza dell’epilessia e meno disturbi neurologici. Il tono muscolare di questi pazienti è nella norma, la deambulazione autonoma è possibile, la distonia è assente o di grado lieve, anche la disabilità intellettiva e i disturbi del linguaggio sono assenti o di grado lieve. Questo gruppo presenta un quadro clinico migliore ma la risposta al trattamento con la flunarizina risulta inferiore.
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Alternating Hemiplegia of Childhood: genotype-phenotype correlations in a cohort of 39 Italian patients
Frontiers in Neurology, 08 April 2021
https://doi.org/10.3389/fneur.2021.658451
Note
1 Dipartimento di Neuroscienze, Riabilitazione, Oftalmologia, Genetica, Salute materna e infantile, Università di Genova, Genova
2 Unità di Neuropsichiatria Infantile, Dipartimento di Neuroscienze Cliniche e Chirurgiche e Riabilitazione, Istituto di Ricovero e Cura Scientifica Giannina Gaslini, Genova
3 Unità di Neuropsichiatria Infantile, Azienda Socio Sanitaria Territoriale Fatebenefratelli-Sacco, Milano
4 Sezione di Medicina Genomica, Dipartimento di Scienze della Vita e Sanità Pubblica, Università Cattolica del Sacro Cuore, Roma
5 Unità Epidemiologia, Biostatistica e Comitati, Istituto di Ricovero e Cure Scientifiche, Istituto Giannina Gaslini, Genova