Buone notizie dal gruppo di ricerca sull’Emiplegia Alternante che fa capo all’I.R.C.C.S. (Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico) Gaslini di Genova. Sono molte e proficue le attività intraprese dall’ultimo aggiornamento alle Famiglie EA in occasione del Meeting A.I.S.EA 2019: ● l’arruolamento dei primi pazienti per la ricerca internazionale “OBSERV-AHC”; ● l’articolo sullo studio di Risonanza Magnetica in 12 pazienti italiani con EA al quale ha contribuito anche A.I.S.EA; ● gli sviluppi dello studio sulla mappa delle connessioni cerebrali nell’Emiplegia Alternante; ● il “case report” di una paziente con criteri diagnostici riconducibili alla sindrome di EA, portatrice di una mutazione de novo del gene TBC1D24; ● i progressi per definire una scala specifica di valutazione per la sindrome di EA all’interno del nostro progetto “La Speranza di un Farmaco”.
Sempre in prima linea nella ricerca sull’emiplegia alternante, ringraziamo le dottoresse Elisa De Grandis, Livia Pisciotta, Michela Stagnaro (in foto) e riportiamo di seguito il loro resoconto sulle iniziative svolte.
Ciao a tutti
Finalmente, dopo una lunga e sofferta attesa della risposta da parte del comitato etico dell’IRCCS Gaslini, a febbraio abbiamo iniziato l’arruolamento dei pazienti per lo studio internazionale “OBSERV-AHC”, di cui siamo centro coordinatore, convocando i primi due pazienti. Abbiamo poi dovuto sospendere le successive visite che avevamo programmato a causa del sopraggiungere dell’emergenza sanitaria Covid 19.
Studio internazionale “OBSERV-AHC”
Lo studio, che coinvolge i trenta centri del Consorzio Internazionale IAHCRC, ha lo scopo di descrivere l’evoluzione nel tempo della sindrome da Emiplegia Alternante in circa 80 pazienti ed è promosso dal prof. M. Mikati della Duke University, Stati Uniti. Durante la prima visita di “arruolamento” vengono raccolti i dati anamnestici e clinici dei pazienti, compresi indicatori specifici di severità della malattia e dati sulle terapie. Tali dati verranno raccolti anche alle visite di follow-up (eseguite in base alle necessità cliniche di ciascun paziente) e a una valutazione conclusiva a un anno dalla prima visita. Lo studio prevede anche la possibilità da parte delle famiglie stesse di compilare un diario delle crisi. Ci stiamo coordinando anche con altri centri italiani (in particolare l’istituto “C. Besta” di Milano e l’ospedale “Bambin Gesù” di Roma) per offrire a più famiglie la possibilità di partecipare allo studio ed effettuare i controlli senza doversi necessariamente spostare al Gaslini.
Articolo sullo studio di Risonanza Magnetica
A gennaio è stato pubblicato il primo articolo riguardante lo studio di Risonanza Magnetica che ha coinvolto dodici pazienti italiani, e per il quale il contributo di A.I.S.EA è stato, come sempre, determinante, sia in fase di sensibilizzazione e arruolamento sia in fase organizzativa. Il titolo dell’articolo, pubblicato sul Journal of Neurology, è “White matter and cerebellar involvement in alternating hemiplegia of childhood”. In sintesi, in questo studio è stato evidenziato un coinvolgimento prevalente della sostanza bianca, associato a una riduzione di volume in diverse aree del cervello e del cervelletto, mentre non si è evidenziato uno specifico pattern di atrofia della sostanza grigia; la conclusione è che il minor volume cerebellare, correlato con la gravità della patologia, possa essere secondario auna anomalia di sviluppo piuttosto che ad un processo degenerativo.
La mappa delle connessioni cerebrali
È in corso di finalizzazione il secondo lavoro di analisi dei dati di neuroradiologia, quello relativo allo studio della mappa delle connessioni cerebrali nell’Emiplegia Alternante (trattografia e connettoma) in cui saranno inseriti anche i dati psicodiagnostici raccolti dal nostro gruppo clinico nel corso del 2018 e sintetizzati nel poster presentato in occasione dell’ultimo simposio a Reykjavik. Avevamo, infatti, somministrato ad 11 dei nostri ragazzi il test WAIS IV o WISC IV (in base all’età) per la determinazione del profilo cognitivo, le scale Vineland, per approfondire il livello di adattamento e di autonomia nei vari ambiti di vita, e avevamo raccolto informazioni circa la presenza o meno di disturbi psicopatologici. I nostri risultati preliminari avevano individuato la presenza di una disabilità cognitiva medio-grave nella maggior parte dei soggetti che, però, si associava ad un livello di funzionamento migliore nei diversi contesti di vita, in particolare nei domini della comunicazione e delle autonomie personali. La parte più compromessa riguardava la socializzazione, in parte secondaria al verificarsi delle crisi parossistiche. Per quanto riguarda gli aspetti psicopatologici, non era emerso un profilo psichiatrico specifico per la sindrome dell’Emiplegia Alternante, avendo riscontrato disturbi comuni ad altri disordini neurologici cronici (ad esempio, i disturbi d’ansia o di comportamento).
Il caso clinico: la paziente con mutazione del gene TBC1D24
Siamo prossimi alla sottomissione di un nuovo articolo: si tratta di un case report, la storia di una paziente che soddisfa tutti i criteri diagnostici per la sindrome dell’Emiplegia Alternante ma è portatrice di una mutazione de novo del gene TBC1D24. Il gene è associato ad uno spettro di manifestazioni che comprendono sordità, onicodistrofia, osteodistrofia, disabilità cognitiva ed epilessia, differenti e gravi sindromi epilettiche e anche disturbi del movimento e, in alcuni casi, fenomeni parossistici simili a quelli dell’Emiplegia Alternante. In letteratura era stato già descritto un caso con diagnosi clinica di Emiplegia Alternante portatore della mutazione di questo gene TBC1D24 (Ragona et al, 2017). Questa segnalazione potrebbe essere importante considerato che nel 20% circa dei pazienti non si riscontra la mutazione del gene ATP1A3.
Lo sviluppo di una scala di valutazione di severità specifica
Infine, prosegue la collaborazione con il gruppo dei genetisti di Roma che stanno portando avanti lo studio sui composti molecolari che possono essere utili nella terapia per l’Emiplegia Alternante. È stato realizzato un consorzio internazionale che coinvolge il nostro gruppo, l’ospedale Bambin Gesù, l’Università La Sapienza, un gruppo spagnolo, uno svedese e uno francese, che ha inoltrato due richieste di finanziamento europeo di cui siamo in attesa di conoscere la risposta. Il nostro contributo è, ovviamente, clinico, e consiste nello sviluppo di una scala di valutazione di severità specifica per i pazienti affetti da questa malattia. Ad oggi, infatti, non esiste ancora una scala specifica per la sindrome, ma si utilizzano parti di scale di altre condizioni neurologiche che condividono alcune caratteristiche con l’Emiplegia Alternante. Quindi, riuscire a definire e a validare una scala di valutazione specifica è, sicuramente, di grande utilità per verificare l’efficacia dei composti molecolari identificati dal gruppo dei genetisti, efficacia che riguarda sia le manifestazioni parossistiche sia, a lungo termine, l’evoluzione delle manifestazioni non parossistiche.
Elisa De Grandis
Livia Pisciotta
Michela Stagnaro