In occasione dell’edizione 2022 del Meeting Nazionale delle Famiglie A.I.S.EA, il prof. Danilo Tiziano (Istituto di Genetica Medica dell’Università Cattolica di Roma) ha presentato lo stato di avanzamento del progetto farmacologico “TREAT-AHC”, illustrando i passi da compiere per arrivare alla sperimentazione clinica sui pazienti con una stima dei tempi e dei costi necessari.
Grazie ai test in vitro e sul modello animale condotti con molecole ritenute sicure per l’uomo, ma non ancora registrate come farmaci per uso umano, sono state selezionate due molecole candidate per il trattamento dell’emiplegia alternante, che ambiscono alla designazione di “farmaco orfano”. Il progetto sta per entrare nella fase dei cosiddetti “Studi di fase 1”, finalizzati a valutare il profilo di sicurezza delle molecole individuate e studiarne la tossicità sui pazienti, attività propedeutica agli “Studi di Fase 2”, mirati a valutarne l’efficacia.
A cosa serve e come si effettua lo “Studio di fase 1”
Questi studi sono indispensabili per attivare il percorso di autorizzazione e approvazione di un farmaco, che per l’Italia comporta l’accesso ai seguenti enti regolatori: Agenzia Europea per i Medicinali (EMA), Istituto Superiore di Sanità (ISS), Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA). In prima battuta, lo studio deve essere approvato dai comitati etici di riferimento dei centri clinici coinvolti (in questo caso il Policlinico Gemelli di Roma, l’Ospedale Gaslini di Genova e l’Università di Padova). In questa fase è importante interloquire con gli enti regolatori al fine di concordare un protocollo di studio rispondente ai parametri richiesti per la registrazione del farmaco ed evitare possibili obiezioni.
Durante lo “Studio di fase 1” verrà eseguita una comparazione fra i due farmaci candidati per stabilire quale sia più sicuro e abbia meno effetti tossici. I pazienti, individuati con caratteristiche simili e confrontabili per gravità della sindrome e per età, saranno divisi in due gruppi, a ciascuno dei quali verrà somministrato uno dei farmaci per confrontarne gli effetti. Per massimizzare la possibilità di ottenere dei risultati consistenti è necessario concentrarsi su una popolazione omogenea, ma se i risultati saranno buoni, come ci auguriamo, il trattamento potrà essere somministrato a tutti i pazienti, non solo a quelli appartenenti alla popolazione analizzata nel corso dello studio.
Allo scopo di ottenere dei risultati preliminari utili per i successivi “Studi di fase 2”, si cercherà di valutare anche l’efficacia terapeutica delle molecole su un gruppo ristretto di pazienti mediante dei biomarcatori. Con biomarcatori si intendono alcuni parametri, sia di laboratorio sia strumentali, misurabili in maniera obiettiva indipendentemente dall’operatore che li rileva, impiegati per determinare l’effetto di un trattamento.
I pazienti partecipanti allo studio saranno sottoposti a diversi esami, necessari per garantire la loro sicurezza: esami del sangue, elettrocardiogramma, visita neurologica, PET, TAC, elettroencefalogramma ad alta definizione. Gli effetti dei trattamenti saranno valutati utilizzando una scala funzionale, disegnata appositamente per i pazienti con Emiplegia Alternante, dalle ricercatrici dell’Istituto Gaslini, in collaborazione con altri centri clinici internazionali; questa scala dovrà essere validata ed approvata prima che lo studio inizi. A conclusione dello studio, la molecola che risulterà più sicura, con profilo di tossicità inferiore verrà impiegata per un successivo studio internazionale.
I tempi per l’avvio dello “Studio di fase 1″
Il tempo richiesto per l’avvio dello “Studio di fase 1” è stato stimato in circa 2 anni, necessari per l’individuazione di uno stabilimento farmaceutico interessato a produrre il farmaco, la produzione del farmaco da sperimentare (sotto forma di micro compresse), gli aspetti organizzativi, le autorizzazioni e la validazione della scala funzionale. Il costo complessivo è stato valutato intorno ai 500 mila euro. La partnership con una società farmaceutica potrebbe abbreviare i tempi e ridurre i costi; in tal senso sono stati quindi aperti alcuni canali preferenziali, ma è necessario tenere conto delle difficoltà del momento storico attuale e impegnarsi in ogni direzione per attivare le collaborazioni e reperire le risorse necessarie a proseguire la ricerca.
Apprezzamento e interventi
L’esposizione del dott. Tiziano ha suscitato il coinvolgimento dei partecipanti al Meeting Nazionale delle Famiglie A.I.S.EA. In particolare, i ricercatori presenti hanno sottolineato la serietà del progetto, testimoniata dalla stima e dall’interesse crescente che lo stesso sta riscuotendo a livello internazionale. Sono intervenuti con apprezzamenti positivi e un augurio per il prosieguo del lavoro la prof.ssa Edvige Veneselli (Università DINOGMI, Genova), la prof.ssa Fiorella Gurrieri (Università Campus Bio-Medico, Roma) e la prof.ssa Elisa De Grandis (Istituto Gaslini, Genova). Nella discussione è emerso che l’individuazione di un farmaco per trattare i sintomi prodotti dalle mutazioni dal gene ATP1A3 può rivelarsi utile non solo per l’emiplegia alternante, ma anche per altre malattie correlate a queste mutazioni, aspetto che potrebbe rendere più interessante la produzione del farmaco per le case farmaceutiche.