Il 23 e 24 marzo 2019 si è svolto a Milano il "Meeting Nazionale delle Famiglie A.I.S.EA Onlus". L'incontro si è tenuto per la prima volta presso l'NH Fiera Hotel, un moderno e attrezzato hotel nel quartiere espositivo di Rho. A chi è arrivato in treno sono stati messi a disposizione gratuitamente dalla società Neis di Rozzano, che già in passato aveva offerto i suoi servizi all'associazione, due van con autista per il trasferimento da e per la Stazione Centrale di Milano. Per consentire alle famiglie di seguire il programma, una saletta dell'albergo è stata riservata alle attività ricreative dei bambini e dei ragazzi, con la presenza di volontari.
I medici intervenuti hanno aggiornato i partecipanti sullo stato di avanzamento dei progetti di ricerca clinica, genetica e farmacologica in corso sull'emiplegia alternante. Le famiglie, oltre ad approfondire le conoscenze sulla sindrome, hanno avuto modo di trascorrere un po' di tempo insieme, scambiare esperienze e pianificare le attività future.
Durante l'evento, si è svolta l'Assemblea Ordinaria dei soci e sono stati celebrati i vent'anni di A.I.S.EA dalla sua fondazione nel 1999. I soci hanno ricordato le tappe del cammino percorso e tracciato la rotta per i prossimi anni. In particolare si è convenuto sull'obiettivo principale di sostenere il progetto di ricerca "La speranza di un farmaco", in considerazione dell'impegno già intrapreso e dei primi risultati ottenuti, senza trascurare le attività divulgative sulla malattia e il supporto alle famiglie.
Sabato 23 marzo 2019 – Convegno sull'Emiplegia Alternante
Dopo aver registrato in mattinata l'arrivo dei medici e delle famiglie e aver pranzato assieme, i lavori del convegno sono iniziati intorno alle ore 14,00.
La presidente Paola Bona, affiancata dal Consiglio Direttivo, ha aperto il meeting, dando il benvenuto ai partecipanti e presentando i vari relatori. In sala erano presenti sia numerose famiglie, spesso accompagnate dai professionisti che lavorano con i loro cari, sia molti medici interessati agli argomenti esposti.
Il pomeriggio è stato suddiviso in due sessioni: la prima dedicata all'analisi delle ricerche e degli studi in corso sull'emiplegia alternante; la seconda all'approfondimento di metodi, sperimentati da alcune famiglie, per salvaguardare e migliorare la qualità di vita dei pazienti con emiplegia alternante, focalizzando l'attenzione su alimentazione e riabilitazione psico-motoria. Le diverse esperienze sono state condivise in un dialogo aperto con i presenti.
I sessione: studi e ricerche in corso sull'emiplegia alternante
Il convegno è iniziato con la relazione "Il filo di Arianna dell'emiplegia alternante: AHC2 e farmaci candidati".
La prof.ssa F. Gurrieri (Istituto di Genetica Medica dell'Università Cattolica di Roma) ha illustrato le attività in corso a livello internazionale per l'identificazione di AHC2 (definizione convenzionale della seconda mutazione responsabile della sindrome). Una possibile mutazione è stata riscontrata in più pazienti con la stessa diagnosi, negativi alla mutazione ATP1A3. L'Italia sta collaborando con il gruppo della dott.ssa Herin Heinzen (Columbia University Medical Center, Stati Uniti) e con i ricercatori di Olanda e Spagna per caratterizzare queste varianti. Per quanto riguarda gli studi funzionali, il gruppo di ricerca che fa capo al dott. Alfred L. George (Northwestern University Feinberg School of Medicine, Stati Uniti) sta svolgendo ricerche sul gene SCN2A, associato a forme di encefalopatie, epilessie e disturbi neurologici.
Il Dr. D. Tiziano (Istituto di Genetica Medica dell'Università Cattolica di Roma) ha illustrato i progressi del progetto avviato nel 2018 da A.I.S.EA per individuare un farmaco candidato alla cura dell'emiplegia alternante, in cui sono impegnati enti ed istituti anche a livello internazionale (cfr. "La speranza di un farmaco"). Sono state illustrate la metodologia della ricerca e i primi risultati ottenuti. In presenza di mutazione del gene ATP1A3 si registra un accumulo di sodio all'interno delle cellule, che spiega in parte il loro malfunzionamento. La concentrazione del sodio viene misurata utilizzando una sonda che ne evidenzia la maggiore o minore concentrazione in base all'intensità della fluorescenza (le cellule meno fluorescenti sono quelle più vicine alla normalità). L'obiettivo dell'analisi in vitro, in corso su circa 2000 molecole sicure per l'uomo, è trovare una sostanza che agisca su queste cellule, riducendone la fluorescenza per renderle più vicine alle cellule normali. La sperimentazione, iniziata sulla mutazione E815K, sta ora procedendo sulla mutazione D801N che si è rivelata più stabile. L'analisi condotta fino ad oggi ha individuato alcuni farmaci interessanti perché diminuiscono il livello di sodio. Si prevede di concludere lo screening entro il 2019 per fornire le molecole selezionate al gruppo del prof. M. Mikati (Duke University Durham, Stati Uniti) in modo da iniziare la valutazione degli effetti sul modello animale. Contemporaneamente proseguirà l'analisi in vitro, per valutare diverse caratteristiche fenotipiche che le cellule con la mutazione presentano. Parallelamente, il gruppo che fa capo all'Ospedale Gaslini di Genova svilupperà una scala di valutazione dell'emiplegia alternante, necessaria per verificare l'efficacia sui pazienti dei trattamenti individuati in una successiva fase della sperimentazione.
La parola è passata poi al dott. L. Antonini (Università La Sapienza di Roma) che ha esposto lo "Studio della struttura di ATP1A3 e della sua dinamica". Il gruppo, che fa capo al prof. R. Ragno, sta cercando di identificare nuovi potenziali composti, attraverso l'analisi bio-informatica della proteina che agisce sul funzionamento della pompa sodio-potassio a livello neuronale, codificata dal gene mutato ATP1A3. Lo studio di dinamica molecolare su ATP1A3, in linea con gli altri studi internazionali, si concentra sulle due mutazioni patogenetiche D801N ed E815K e si basa su simulazioni che vanno confrontate con il dato sperimentale.
L'intervento successivo, a cura del dott. A. Capuano e della d.ssa M. Severino (Dipartimento di Neuroscienze dell'Ospedale Bambin Gesù di Roma), è stato dedicato ai "Fenotipi intermedi dello spettro ATP1A3". E' stata ripercorsa la storia dell'emiplegia alternante (Alternating Hemiplegia of Childhood) e delle patologie associate RDP (Distonia-Parkinsonismo ad esordio rapido) e CAPOS (Atassia cerebellare, areflessia, piede cavo, atrofia ottica e sordità neurosensoriale). Sono stati messi a confronto, nelle tre malattie rare, i fenotipi classici in associazione alle principali mutazioni del gene ATP1A3, confrontandone i diversi aspetti (in particolare: l'esordio, i fattori scatenanti, la variabilità della sintomatologia). Queste tre sindromi fanno pare di uno spettro più ampio di fenotipi intermedi che si sta velocemente espandendo e sono un esempio di come la mutazione di un singolo gene possa essere responsabile di uno spettro clinico eterogeneo. Quest'analisi ha rafforzato la convinzione che le scoperte relative alle mutazioni ATP1A3 possano rivelarsi interessanti anche per lo studio di altre patologie.
Il convegno è poi proseguito con la relazione della d.ssa E. De Grandis (Dipartimento di Neuroscienze dell'Università di Genova, Istituto Scientifico G. Gaslini, Genova) sui "Risultati qualitativi dello studio sulla RMN". Sono state impiegate moderne tecniche di risonanza magnetica (3 Tesla) per studiare le alterazioni nel volume della sostanza grigia del cervello e nella microstruttura della sostanza bianca del cervello in un gruppo di dodici pazienti con emiplegia alternante, mettendoli a confronto con soggetti sani della stessa età. Lo scopo è rilevare alterazioni che non si erano riuscite a scoprire con le metodiche utilizzate in precedenza. L'analisi è ancora in corso e i dati in esame sono molti e complessi. L'esame volumetrico ha rivelato, ad esempio, che i pazienti con EA hanno un volume del sistema nervoso centrale più piccolo rispetto ai controlli sani, mentre l'analisi sulla microstruttura ha evidenziato che il disturbo non è degenerativo e progressivo, ma c'è un danno alla microstruttura della sostanza bianca, che compromette le connessioni celebrali. Oltre alla risonanza magnetica è stato effettuato uno studio sulla connettività cerebrale. I pazienti sono stati sottoposti a una determinazione del quoziente intellettivo e a una scala che valuta l'autosufficienza personale e sociale.
In chiusura della prima sessione, la d.ssa L. Pisciotta (Dipartimento di Neuroscienze dell'Università di Genova, Istituto Scientifico G. Gaslini, Genova) ha presentato un'"Aggiornamento su OBSERV- AHC", uno studio prospettico osservazionale sui pazienti affetti da emiplegia alternante. Attraverso la definizione di linee guida tra esperti per identificare le diverse manifestazioni cliniche, il lavoro prevede la realizzazione di una videoteca degli episodi parossistici e la verifica costante di un campione di pazienti in cura. L'intento è quello di creare un database su piattaforma elettronica per analizzare i dati nell'arco del tempo e determinare l'efficacia delle nuove terapie cliniche sui pazienti sotto osservazione.
Prima dell'interruzione per il coffee break, la prof.ssa Edvige Veneselli (già Direttore dell'U.O.C. di Neuropsichiatria Infantile dell'Ospedale Gaslini di Genova) ha offerto una breve testimonianza sul percorso compiuto insieme all'Associazione, ai medici e alle famiglie dei pazienti per approfondire la conoscenza sull'emiplegia alternante.
II sessione: metodi per migliorare la qualità di vita dei pazienti con emiplegia alternante
Alle 17:30 i lavori sono ripresi con l'intervento "Alimentazione e disfagia nell'EA" a cura della logopedista Chiara Stracquadanio (U.O. Riabilitazione ASST – Santi Paolo Carlo – Milano). La disfagia è un disturbo della deglutizione provocato da varie menomazioni neurologiche e/o strutturali; può causare l'ingresso di cibo nelle vie aeree, provocando tosse, soffocamento, problemi polmonari, respirazione, nutrizione e idratazione inadeguate. Sono state analizzate le diverse fasi del processo di deglutizione (orale, faringea e esofagea) e il percorso di osservazione e valutazione del problema, dallo screening ospedaliero, ai test dagli specialisti, agli esami strumentali. Un possibile sintomo di disfagia è, ad esempio, la presenza di tosse e voce gorgogliante dopo la deglutizione. In conclusione dell'intervento sono stati forniti consigli utili a tutti su come evitare problemi di deglutizione, grazie ad atteggiamenti corretti (postura durante il pasto, igiene orale, masticazione, abitudini alimentari, ecc...) e accorgimenti nella dieta in casi di difficolta.
Il convegno si è concluso con il tema "L'approccio alla persona" a cura di Paola D'Agostino, insegnante del metodo Feldenkrais. Si tratta di un metodo che, attraverso una serie di attività psico-motorie e creative, attivate spontaneamente nella relazione insegnante-paziente, stimola il cervello a lavorare sulle funzioni cerebrali meno utilizzate e ad attivare comportamenti ed atteggiamenti più funzionali. Il metodo si basa su un insieme di strategie per far sentire a proprio agio le persone, evitando la reazione di rifiuto psicologico all'apprendimento. Durante gli incontri viene indotta una condizione di benessere e sviluppate attività che creano un bagaglio di esperienza mai ripetitive. In questo modo, evitando schemi prefissati, si possono trovare strade non ancora utilizzate e sviluppare nuove capacità.
Salutati e ringraziati i medici e i ricercatori che hanno partecipato al meeting, le famiglie si sono ritrovate a cena per condividere insieme un piacevole momento conviviale.
Domenica 24 marzo 2019 - Assemblea annuale dei Soci
Domenica mattina le famiglie si sono riunite intorno alle 9:30 per dare corso all'Assemblea ordinaria dei Soci. Durante l'Assemblea sono state illustrate le attività associative realizzate nel 2018 e quelle in previsione per il 2019; sono stati quindi esposti e approvati il bilancio consuntivo del 2018 e il bilancio preventivo per il 2019.
Il Consiglio Direttivo ha fatto presente che, nella previsione di bilancio, le spese per sostenere l'avanzamento del progetto di ricerca "La speranza di un farmaco" non sono coperte dalle entrate previste e, per proseguire i lavori, è necessario uno sforzo maggiore da parte di tutti i soci. Si è aperto un dibattito sullo stato degli studi in corso a livello internazionale. In particolare si è discusso del progetto AAV Gene Therapy (mirante all'individuazione di una terapia genica) recentemente avviato negli Stati Uniti, sostenuto da diverse associazioni internazionali. Dopo un'attenta analisi in merito alla possibilità di destinare un contributo al progetto americano, i soci hanno concordato di investire le risorse dell'Associazione per sostenere il progetto italiano di ricerca farmacologica, che ha già prodotto i primi risultati e segue un percorso parallelo. Le famiglie hanno suggerito di insistere sulla ricerca di sostenitori nella comunità internazionale, sviluppando attività di marketing e di conoscenza del progetto per attrarre potenziali sponsor. I soci si sono mostrati disponibili a incrementare le raccolte fondi nei propri territori e a sostenere l'eventuale disavanzo con un contributo personale.
In merito alle iniziative "Autonomia in vacanza" e "Arte-terapia e Pet-therapy" si è votato distribuire l’importo accantonato lo scorso anno su uno solo o entrambi i progetti e di richiedere un contributo personale alle famiglie che intenderanno far proseguire le attività ai propri figli.
Prima di concludere l'Assemblea, è stato proiettato un beve filmato, proposto dalla socia Cristina di Folco, per illustrare l'esperienza positiva della "Terapia multi sistemica in acqua" praticata dal figlio.
Al termine dell'Assemblea Ordinaria dei Soci, le famiglie si sono nuovamente riunite per il pranzo. Per l'occasione è stata realizzata una torta decorata con il logo di A.I.S.EA onlus per i vent'anni dell'Associazione (1999-2019). Le famiglie hanno festeggiato insieme questo importante momento e hanno fatto un brindisi augurale per il nuovo anno, trascorrendo ancora un po' di tempo insieme prima della partenza.
In conclusione
Il meeting ha dato atto di piccoli ma costanti passi in avanti della ricerca per approfondire la conoscenza sull'emiplegia alternante e trovare una cura efficace alla malattia. Ė emerso come l'impegno delle Associazioni a livello internazionale si stia orientando, con sempre maggiormente determinazione, verso la ricerca scientifica attraverso studi paralleli. La presenza di più progetti a livello mondiale ha rinvigorito le speranze delle famiglie sull'apertura di futuri scenari e possibilità di cura. Parallelamente la condivisione di metodi ed esperienze per migliorare la qualità di vita dei propri cari ha confortato le famiglie, facendole sentire sempre più unite nel difficile e lungo cammino verso una vita libera dall'emiplegia alternante. La scommessa del 2019 sarà di mettere in campo più energie possibili per reperire fondi da destinare in primis alla ricerca, fiduciosi come sempre nel domani.