Feldenkrais è un sistema globale di educazione somatica che mette in circolo spontaneamente una serie di attività psico-motorie e creative durante la relazione tra l’insegnante e il suo assistito. L’obiettivo è stimolare il cervello a lavorare sulle funzioni cerebrali meno utilizzate, attivando comportamenti e movimenti più funzionali, in grado di migliorare il benessere generale dell’individuo. Come questo sia possibile è frutto di anni di studi e attività, da quando Moshe Feldenkrais inventò il metodo negli anni Quaranta fino ai giorni nostri in cui migliaia di insegnanti operano in oltre venti paesi del mondo.
Paola D’Agostino, insegnante del metodo Feldenkrais, segue da tempo un ragazzo con emiplegia alternante. È intervenuta con una testimonianza durante l’ultimo Meeting Nazionale delle Famiglie A.I.S.EA. In quest’articolo-intervista approfondiamo con lei l’argomento, per informare quanti erano assenti all’incontro e fornire spunti utili a tutti.
Un processo di apprendimento individuale, non una terapia
“Il Feldenkrais è un metodo di auto educazione, non è una terapia che prevede un protocollo standard, ma si basa sull’osservazione della persona. La sua pratica aiuta a migliorare la percezione di sé e del proprio corpo. Si crea una sintonia tra l’insegnante e l’assistito e si sperimentano insieme posture, gesti e sensazioni in grado di ridurre il dolore o il malessere della persona e aumentare la sua capacità di sopportazione, la fluidità dei movimenti e il loro coordinamento”.Educazione al benessere con movimenti spontanei
“Durante gli incontri viene stimolata, attraverso tecniche motorie e strategie sensoriali, una condizione di benessere che mette a proprio agio le persone. In questo modo ogni individuo, grazie a una sensazione piacevole, è più predisposto all’apprendimento e alla sperimentazione attraverso movimenti spontanei. Non bisogna mai forzare una postura o indurre un movimento che provoca dolore, poiché la reazione spontanea è il rifiuto psicologico della pratica e l’irrigidimento del corpo. Lo scopo è quello di valorizzare il movimento con il minor sforzo possibile.”Superare le abitudini e scoprire percorsi alternativi
“L’insegnante di Feldenkrais avvia un processo di movimento che stimola il cervello e attiva situazioni non del tutto consapevoli. Si mescolano le carte, affinché alcune nostre abitudini non ripetano schemi prefissati ma trovino altre strade non utilizzate e possano aiutare a sviluppare nuove capacità. Si forma nella persona un bagaglio di esperienze mai ripetitive che gli permette di individuare nuovi percorsi e risorse per gestire meglio blocchi fisici ed emotivi e situazioni di dolore e malessere”.Benefici per chi soffre di deficit del movimento
“Quest’insieme di tecniche possono dare benefici a chi soffre di deficit nel movimento e patologie come la sindrome di emiplegia alternante. Il metodo aiuta la persona a concentrarsi sulle potenzialità del proprio corpo. Si possono migliorare il senso dell’equilibrio e la capacità di coordinare i movimenti oltre a facilitare le funzioni motorie in generale. Una più profonda percezione di sé aiuta inoltre ad aumentare l’autostima.”Trovare un buon insegnante di Feldenkrais
“Per chi vuole avvicinarsi a questo metodo, consiglio di rivolgersi a chi ha molti anni di esperienza poiché la pratica è fondamentale nel percorso formativo dell’insegnante. Esistono lezioni di gruppo chiamate “Consapevolezza Attraverso il Movimento” (CAM) e individuali dette “Integrazione Funzionale” (IF). Nel nostro paese il metodo si è diffuso a partire dagli anni ‘80 e dal 1987 esiste L’Associazione Italiana Insegnanti di Metodo Feldenkrais, che può fornire tutte le informazioni per individuare i professionisti nelle varie regioni d’Italia, oltre a notizie utili e indicazioni bibliografiche. Uno dei testi più interessanti è “Il caso di Nora” di Moshe Feldenkrais, resoconto del lavoro da lui svolto sulla riabilitazione neurologica di una donna colpita da ictus.”
Curiosità sull’inventore del metodo Feldenkrais
Nei primi anni di vita organizziamo il nostro intero sistema in un modo che ci porterà per sempre nella stessa direzione.
Finiamo con l’essere limitati e non disponiamo di una varietà di opzioni per come facciamo le cose, così ci troviamo capaci di fare solo le cose che sappiamo già fare.
Moshe Feldenkrais
Ingegnere, fisico, inventore, maestro di arti marziali e studioso dello sviluppo umano, Moshe Feldenkrais nacque nel 1904 in Russia e, giovanissimo, durante la Prima Guerra Mondiale, emigrò in Palestina. Laureatosi in Ingegneria in Germania, si trasferì in Francia dove conseguì il dottorato in Fisica presso l’Università della Sorbona. Negli anni Trenta lavorò presso il laboratorio Joliot-Curie a Parigi. In quel periodo conobbe il fisico giapponese Jigoro Kano, inventore del Judo, e diventò cultore e promotore delle arti marziali in Occidente. In fuga dall’avanzata nazista, negli anni Quaranta, riparò in Inghilterra, dove lavorò ad un progetto per il Ministero della Marina Britannica. In quegli anni, in seguito ad un incidente al ginocchio, fu costretto a letto per molto tempo e iniziò a esplorare la relazione tra movimento e coscienza, sperimentando nuovi esercizi fisici con esiti positivi sulla sua guarigione. Fu così che iniziò a praticare con successo i trattamenti che avevano funzionato su di lui a una cerchia sempre più ampia di persone, fino a dedicarsi esclusivamente a quest’attività, aprendo centri di formazione a Israele e in America per trasferire agli altri il suo sapere, fino alla fine dei suoi giorni nel 1984.