“L’ascolto attivo” in aiuto alle famiglie A.I.S.EA. Resoconto dell’esperienza.

Offrire un ascolto non passivo ma partecipato alle domande e al vissuto quotidiano delle nostre famiglie è stato l’input da cui è scaturita la collaborazione tra A.I.S.EA e la Dr.ssa Rosa Clemente, psicologa e psicoterapeuta sistemica familiare.  Il suo intervento al Meeting Nazionale delle Famiglie A.I.S.EA 2022 ha illustrato l’esperienza vissuta nell’ambito dell’associazione a partire dai gruppi di ascolto nel periodo del Lockdown, per proseguire anche dopo con incontri singoli e collettivi.

Nel tentativo di creare una rete di comunicazione interna all’Associazione, la dott.ssa Clemente ha sviluppato tre distinte tipologie di colloquio on line: gruppo di famiglie con bimbi piccoli, gruppo di genitori con ragazzi adulti, ascolto individuale per alcuni ragazzi.

Gruppi di ascolto

Le problematiche che emergono appena viene comunicata la diagnosi e quando vi è un’evoluzione della malattia sono differenti. Con i genitori dei bambini sono emerse le frustrazioni per l’impatto emotivo della notizia e le difficoltà pratiche del quotidiano, per esempio nell’inserimento scolastico e socio educativo dei figli.  Il dialogo con i genitori dei ragazzi si è invece rivelato un prezioso excursus di storie e di esperienze condivise da cui attingere per aiutare le famiglie dei più piccoli in una sorta di comunicazione trasversale. Nello scambio di esperienze è emersa la grande capacità genitoriale di interagire con i propri figli e trovare soluzioni a carattere comportamentale ed emotivo. L’obiettivo è stato offrire a tutti una possibilità di ascolto attivo che facesse emergere in ciascuno le proprie risorse e fosse terreno fertile per una crescita personale e di gruppo.

Incontri individuali

Gli incontri individuali con alcuni ragazzi hanno avuto invece un approccio più interiore e analitico, concentrato maggiormente sulla psiche. La patologia viene sentita come una gabbia ed emergono la rabbia per la difficoltà a gestire le crisi e la delusione per la consapevolezza di non poter fare le stesse cose dei coetanei. Viene ascoltato il loro urlo di dolore, ma subito dopo si cerca di leggere sempre una connotazione positiva per trovare una possibilità di crescita e un motivo di gioia, per esempio nell’espressione di una loro peculiarità interiore. Cercando un dialogo in cui ci sia spazio anche per la leggerezza e il sorriso, l’obiettivo è creare un ponte comunicativo tra il loro io e la proiezioni di sé, affinché si sentano liberi di essere come sono. Conoscere i loro funzionamenti interni li aiuta a domare le loro emozioni e gestire meglio le frustrazioni che la patologia inevitabilmente genera. L’insegnamento per tutti è trovare una risorsa, una possibilità di andare al di là della malattia, di creare un’area prossimale in cui vivere possa essere un convivere in armonia più associato al proprio se fisico e quello psicologico.

Foro di copertina: Vettore creato da rawpixel.com – it.freepik.com