Le risorse dell’Io nell’incontro con l’Altro – ne parliamo con la psicologa

Rosa Clemente, psicologa e psicoterapeuta, ci propone un’interessante riflessione sulle risorse interiori che le persone scambiano tra di loro quando entrano in contatto. Nella relazione con l’altro l’individuo si arricchisce emotivamente e cognitivamente, in special modo quando affronta una situazione di diversità che può spaventare e richiede maggiore impegno ma consente di attivare nuovi percorsi mentali.

Qualsiasi persona con la quale veniamo in contatto ci offre l’opportunità di scegliere se scambiare delle risorse che provengono dall’incontro con l’altro, quindi crescere e ampliare la propria personalità, oppure chiudersi nel proprio “orticello”, delimitando intorno a se’ un recinto. Questo atteggiamento si definisce processo mentale di unione o di separazione.

L’incontro con l’altro, essendo in fondo diverso dal proprio sé, ci pone continuamente in questo stallo-conflitto se chiuderci o aprirci.

Tutto diventa più complesso quando l’incontro con l’altro presenta difficoltà cognitive, emotive e fisiche, per cui il processo identificativo viene deformato come all’interno di una sala degli specchi, creando degli stereotipi che ci sono di conforto. La persona che presenta una diversità, per quanto sia integrata, manifesta dei comportamenti dissonanti dagli altri, come l’isolamento comunicazionale e il non stare negli schemi relazionali, che danno vita ad ancestrali diffidenze, del tutto inconsce.

Allargare la sfera d’interazione all’altro, specialmente chi possiede una diversità genetica, è tecnicamente più complicato, ma ci consente di ampliare le potenzialità della nostra mente, in quanto assimiliamo un nuovo linguaggio che amplifica l’intelligenza emotiva. Il motivo è semplice: la persona che abbiamo di fronte rappresenta la forza della vita, lotta contro la sua stessa genetica, si impegna per interagire con gli altri e lo fa all’interno di una società che ci chiede di essere perfetti, propinandoci stereotipi di bellezza e successo. Nella vita la dimensione idealizzata e quella reale spesso non coincidono o sono in antitesi, ma intuitivamente non ce ne rendiamo conto. Aprirsi allo scambio con l’altro ci rende più ‘saggi’ e pronti a captare ciò che permette alle persone di impegnarsi nella propria originale costruzione di significati, guardando oltre alle convenzioni.