“Madres” in Sicilia dà voce a tante disabilità tra cui l’emiplegia alternante

La nostra Catia, socia di A.I.S.EA e genitore di una bambina con emiplegia alternante, fa parte di un’associazione siciliana che raduna sotto il nome di “Abilmente Uniti” i famigliari di ragazzi con differenti disabilità. Dalla sua esperienza quotidiana con la malattia insieme al racconto di altre donne è nato il progetto teatrale “Madres” che presto andrà in scena a Mazara del Vallo.

L’emiplegia alternante e altre patologie sono rappresentate in un’unica voce comune che si leva dalla Sicilia per promuovere una “nuova cultura di attenzione ai bisogni dei diversamente abili visti non solo come destinatari di servizi e di risorse economiche, ma come protagonisti attivi e produttivi inseriti in attività che favoriscano la loro integrazione sociale, l’inserimento lavorativo e la valorizzazione delle loro potenzialità”.

Dalla sua fondazione nel 2016 ad oggi “Abilmente uniti” ha realizzato diverse iniziative sul territorio, prima tra tutte l’apertura dello Sportello Sociale “H”, che opera a sostegno delle famiglie e delle persone con disabilità e fornisce informazioni su leggi e diritti. In questi anni si sono svolti laboratori di ceramica e di teatro, attività di promozione sociale, come “Un Mare per tutti” e “Giochi senza barriere”, e progetti di inclusione scolastica.

Con l’inizio della pandemia è stato intrapreso un progetto di scrittura e teatro con le mamme dei ragazzi disabili. Attraverso l’ascolto delle loro storie, con l’aiuto del regista e scrittore Giacomo Bonagiuso, verrà messa in scena nell’estate 2021 un’opera teatrale in cui tutti i racconti prendono vita attraverso le protagoniste.  “Madres” è il titolo del progetto-spettacolo che unisce in un laboratorio – prima di scrittura e poi di rappresentazione teatrale –  tutte le donne, madri e sorelle, che condividono in famiglia un’esperienza di disabilità. Al bando ogni retorica e abusato pietismo, queste donne si mettono in gioco per rappresentare la loro esistenza quotidiana fatta di “passione, amore, sconforto, sorriso, energia, consapevolezza, stanchezza, disperazione, speranza, lotta, sacrificio e vita”. Sì, la vita di madri che non hanno “un problema”, come spesso si sentono dire, ma hanno dei figli, che non sono certo problemi, anzi sono la loro stessa fonte di vita, quella per cui ogni giorno vale la pena dire dei “sì” e combattere contro i “no” che spesso la società gli sbatte in faccia. Ribelli e consapevoli, le donne di “Madres” lanciano con questa iniziativa un appello per sensibilizzare la popolazione verso un progetto ben più ambizioso: “La Città dei Diamanti”. In questa cittadella ideale, che in futuro potrebbe anche concretizzarsi, coabitano: una struttura multi sistemica polivalente e versatile in cui sia possibile socializzare e coltivare ogni genere di laboratorio creativo; un insieme di case domotiche dove sviluppare progetti per l’indipendenza delle persone disabili nel periodo “durante noi” e “dopo di noi”; un villaggio senza barriere per favorire il turismo sociale. Insomma una città per tutti ma a misura di chi è disabile.