Uno studio sperimentale condotto da un team multidisciplinare di genetisti, neurologi e radiologi del Trinity College di Dublino e dell’Institute Imagine del Necker Hospital di Parigi ha identificato un secondo gene (CLDN5) responsabile della sindrome di emiplegia alternante in due pazienti affetti dalla patologia senza alcun grado di parentela.
La proteina Claudin-5 codificata dal gene CLDN5 è fondamentale per mantenere l’integrità della barriera ematoencefalica, una struttura funzionale semi-permeabile che separa il sangue dal fluido extracellulare del sistema nervoso centrale. Questa barriera si compone di cellule endoteliali collegate da strette giunzioni, che consentono selettivamente il trasferimento di sostanze da e verso il cervello, proteggendo il sistema nervoso da avvelenamenti e intossicazioni.
La forma mutata della proteina Claudin-5 codificata dal gene CLDN5 trasforma la giunzione stretta della barriera ematoencefalica in un canale selettivo per gli ioni caricati negativamente, determinando l’insorgere dei fenomeni parossistici caratteristici dell’emiplegia alternante.
Attraverso il sequenziamento dell’esoma è stata osservata una modifica nel gene CLDN5 di entrambi i pazienti nella sequenza codificante (p.Gly60Arg). La variante è definita de novo poiché non è stata rilevata nel DNA genomico dei loro genitori
Questa scoperta ha un impatto scientifico sulla ricerca in quanto accende nuova luce sulla comprensione della Sindrome di Emiplegia Alternante e ha implicazioni sulla conoscenza di base della proteina giunzionale che forma la barriera ematoencefalica.
La ricerca è stata pubblicata in inglese sulla rivista internazionale Brain:
Titolo: “Recurrent de novo mutations in CLDN5 induce an anion-selective blood–brain barrier and alternating hemiplegia”
Autori: Yosuke Hashimoto, Karine Poirier, Nathalie Boddaert, Laurence Hubert, Melodie Aubart, Anna Kaminska, Marianne Alison, Isabelle Desguerre, Arnold Munnich, Matthew Campbell.
Link all’articolo: https://doi.org/10.1093/brain/awac215.
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Immagine: Prof. Matthew Campbell, Trinity College di Dublino