Sotto le volte decorate dell’Auditorium Francesc Cambó (Recinte Modernista de Sant Pau, Barcellona, Spagna) ha preso il via il XII Simposio internazionale sulle malattie provocate dalle mutazioni del gene ATP1A3 (14-15 novembre 2024).
Riportiamo le prime impressioni sul dibattito ricevute dal nostro vicepresidente Filippo Franchini, collegato on line con la sala del convegno.
Forniremo più avanti il resoconto completo da parte dei ricercatori italiani presenti di persona all’incontro: Dr. Danilo Tiziano, Dott.sse Elisa De Grandis, Michela Stagnaro, Agnese Novelli.
14 novembre 2024
Inaugurato dalla dott.ssa Carmen Fons (Hospital Sant Joan de Deu; membro del Comitato organizzatore), il Simposio si è rivelato da subito molto ricco, vario e interessante per la vastità dei temi presentati suddivisi in quattro sessioni, moderate da altrettanti esperti. Peculiarità dell’incontro è stata la trasversalità del dibattito che ha proposto non solo le ricerche scientifiche in corso e quelle avviate dai ricercatori professionisti ma ha dato spazio anche a progetti innovativi, ben strutturati a cura di alcune famiglie di pazienti estere. Da quest’aspetto ne consegue una più stretta collaborazione tra i medici e le associazioni dei pazienti che stanno assumendo un ruolo protagonista, partecipando in modo attivo, non solo da spettatori.
Meccanismi delle malattie rare provocate dalle mutazioni del gene ATP1A3
Il primo blocco di interventi ha approfondito i meccanismi delle malattie rare provocate dalle mutazioni del gene ATP1A3 incentrandosi sulla biologia molecolare, argomento difficilmente comprensibile ai non esperti. In particolare ha destato interesse il progetto del prof. Arn van den Maagdenberg (Leiden University Medical Centre) sulla depolarizzazione diffusa nei modelli murini con emiplegia alternante. Sostenuta al 50% da associazioni statunitensi ed europee la ricerca quinquennale mira a comprendere meglio la perdita di funzionalità del cervello nel corso ed in conseguenza degli episodi parossistici per ridurne la gravità e i danni conseguenti. Il progetto prevede la videoregistrazione h24 dei modelli, sottoposti contestualmente ad elettroencefalogramma continuo, per porre in relazione il tracciato e gli episodi videoregistrati, e comprende inoltre una serie di test relativi alle varie espressioni cliniche della mutazione.
I progetti di Terapia Genica
La seconda sessione mattutina è stata dedicata all’aggiornamento sui tre progetti di Terapia Genica già noti avviati negli Stati Uniti. L’avanzamento delle singole ricerche ha prodotto evidenze sempre maggiori che le strade intraprese possono dare esiti positivi, anche se il percorso è ancora molto lungo.
Poster scientifici
La pausa pranzo presso la Sala Hipòstila ha offerto l’occasione ai partecipanti di visionare i vari poster esposti nell’ampio spazio a disposizione. Nell’ambito del dibattito è stata data la possibilità agli autori di presentare in breve alcuni progetti riassunti nei cartelloni in esposizione. Tra questi di particolare interesse 2 progetti statunitensi: quello presentato da Chris Boshoff sulla costituzione di un network per agevolare l’accesso a trial clinici per le malattie rare, e l’iniziativa di Stephen Henderson, che ha sviluppato in collaborazione un software in grado di raccogliere in maniera sistematica i dati clinici, farmacologici ed assistenziali dei pazienti con AHC.
Approcci clinici utili a verificare gli esiti di possibili trattamenti futuri
Nel primo pomeriggio si è discusso degli approcci clinici utili a verificare gli esiti di possibili trattamenti futuri. In questa sessione la dott.ssa Elisa de Grandis (Istituto G. Gaslini di Genova) ha esposto i risultati in fase di pubblicazione dello Studio sulla “Scala clinica specifica per l’emiplegia alternante”, mentre i dott.ri Esther Lasheras e Jaume Campistol (Hospital Sant Joan de Deu) hanno richiamato l’attenzione sulla difficile gestione della cura dei pazienti nel passaggio dall’età pediatrica all’età adulta, tema sentito e condiviso dalla platea, presentando un progetto avviato in Catalogna.
Collaborazione internazionale e pazienti al centro
Gli interventi di Nina Frost (Hope for Annabel Foundation) e Siggi Johannesson (AHC Iceland, AHC Europe) hanno posto in primo piano la necessità di mettere i pazienti al centro della ricerca scientifica e l’importanza della collaborazione progettuale tra i vari Stati nel mondo, nonostante siano evidenti le difficoltà dovute alle differenze tra ogni Paese, dalla lingua, alla burocrazia, alle diverse normative sulla Privacy.
Approcci clinici per possibili trattamenti nell’evoluzione della malattia
Il blocco conclusivo della giornata è stato dedicato agli approcci clinici per possibili trattamenti nell’evoluzione della malattia. In particolare la dott.ssa Eleni Panagiotakaki (University Hospital of Lyon) ha esposto una panoramica su tutte le sindromi causate dalle mutazioni del gene ATP1A3; il prof. Mohamad Mikati (Duke University School of Medicine) ha presentato l’analisi statistica dei dati raccolti in uno studio che analizza l’evoluzione della malattia nei pazienti nel corso di un lungo periodo di osservazione al fine di definirne la storia naturale; la dott.ssa Laia Villalta (Hospital Sant Joan de Deu) ha evidenziato i problemi comportamentali e i disordini neurologici legati alle patologie ATP1A3; il dr. Andrew Landstrom (Duke University School of Medicine) ha esposto il risultato di uno studio di prossima pubblicazione sull’incidenza di una specifica mutazione genetica di ATP1A3 nell’insorgenza di problemi cardiaci.
14 novembre 2024
Con una seconda giornata ricca di contributi scientifici di altissimo livello si è concluso a Barcellona il “XII Simposio ATP1A3 in Disease”. Molti e complessi gli argomenti trattati e diverse le opportunità di sviluppare sinergie e collaborazioni tra i ricercatori presenti, il vero valore aggiunto dell’evento che permette di apprendere in un’unica sede tutte le novità scientifiche, cliniche e terapeutiche a livello mondiale sulle malattie provocate dalle mutazioni del gene ATP1A3. Un’interessante occasione di confronto è stata offerta anche alle famiglie dei pazienti provenienti dai vari Paesi che hanno trascorso la serata insieme per scambiare punti di vista, progetti, idee e vivere un momento conviviale di arricchimento personale, aprendosi a prospettive diverse oltre i propri confini. Emozionante nel corso del convegno la proiezione di brevi documentari curati dalle famiglie dei pazienti per testimoniare l’esperienza della malattia nelle mura domestiche.
Aspetti genetici legati alle varianti del gene ATP1A3
La mattina del 15 novembre è iniziata con quattro relazioni molto tecniche a cura dei ricercatori americani: sono stati approfonditi tutti gli aspetti genetici legati alle varianti del gene ATP1A3 e studiati i vari genotipi nel tentativo di comprendere meglio l’evoluzione genetica della malattia. È stato riproposto lo studio della dott.ssa Anne Hart (Brown University) sul verme nematode C. elegans (impiegato come modello animale in ricerche su altre malattie rare) nel quale è stata introdotta una mutazione del gene ATP1A3 per osservarne gli effetti. Il progetto continua a destare perplessità sia per la ridotta affinità del DNA del verme con quello umano (76%), sia per la differenza nella fisiologia e nel sistema riproduttivo, che lo rende poco adatto e difficilmente analizzabile.
Ricerche finalizzate allo sviluppo di possibili applicazioni terapeutiche
La seconda sessione è stata dedicata a ricerche finalizzate allo sviluppo di possibili applicazioni terapeutiche. Per l’Italia è intervenuto il prof. Danilo Tiziano (Università Cattolica del Sacro Cuore, Roma) sul tema “Riposizionamento dei farmaci per la cura dell’emiplegia alternante”, spiegando lo stato di avanzamento del progetto farmacologico Treat-AHC e le problematiche relative all’avvio dei trial clinici. (Sull’argomento si veda l’aggiornamento sul blog di A.I.S.EA al link https://www.aiseaonlus.org/emiplegia-alternante-la-ricerca-e-in-viaggio-aggiornamenti-e-prossime-tappe/).
La dott.ssa Jacqueline Alves (Federal University of Goiás) ha presentato uno studio che prevede la somministrazione di sostanze chimiche nei modelli murini al fine di stimolare il corretto funzionamento della pompa sodio-potassio il cui ruolo è alterato nello spettro delle patologie ATP1A3-correlate; La dott.ssa Victoria Defelippe (UMC Utrecht) ha illustrato un nuovo approccio statistico che, focalizzando l’attenzione su alcune variabili, consentirebbe di effettuare studi validi anche su campioni di pochi pazienti, come capita spesso nelle malattie rare, strategia interessante ma non utilizzabile in tutti i casi; Il Dr. Quentin Welniarz (Pitié Salpêtrière Hospital) ha annunciato l’avvio di un trial clinico su otto pazienti ai quali sarà inalato ossigeno ad alto flusso, una pratica che ha prodotto effetti benefici su un paziente trattato accidentalmente e merita di essere approfondita. Sull’argomento si veda l’articolo sul blog di A.I.S.EA al link https://www.aiseaonlus.org/emiplegia-alternante-ossigenoterapia-negli-attacchi-distonici-e-negli-episodi-parossistici-due-studi/).
Piattaforma strategica
Il pomeriggio ha preso il via con l’intervenuto di Simon Frost (Cure AHC) che ha presentato una piattaforma strategica in cui si schematizzano varie metodologie atte ad accelerare e facilitare l’attività di ricerca sulle sindromi ATP1A3 correlate.
Disturbi del sono e del movimento
A seguire la dott.ssa Simona Balestrini (UCL Queen Square Institute of Neurology) ha focalizzato l’attenzione sui disturbi del sonno per individuare dei biomarcatori attraverso l’analisi dei tracciati elettroencefalografici notturni; mentre il Dr. Dario Ortigoza (Hospital Sant Joan de Deu) ha spiegato come vengono trattati i disturbi del movimento nei pazienti in carico presso l’Ospedale spagnolo, che rappresenta un’eccellenza nel settore.
Reti di collaborazioni a supporto dei pazienti
I due interventi successivi sempre a cura dell’Ospedale Sant Joan de Deu hanno evidenziato l’importanza di creare reti di collaborazioni a supporto dei pazienti: un network europeo di riferimento a servizio delle malattie rare complesse (Alexis Arzimanogiou) e un network per facilitare le cure pediatriche di chi è affetto da malattie rare. (Begonya Nafria)
Intelligenza artificiale
Nell’ultima sessione del Simposio sono stati presentati due studi molto complessi sul cervello umano volti a individuare possibili strategie terapeutiche e si è discusso sull’impiego dell’intelligenza artificiale nella pratica clinica per agevolare la ricerca grazie alla facoltà di esaminare notevoli quantità di dati in tempi brevi.
Prossimo simposio ATP1 A3 in Disease 2025
L’evento si è concluso con l’annuncio dell’appuntamento per il prossimo Simposio ATP1A3 in Disease che si svolgerà il 14 e 15 settembre 2025 a Cairns in Australia in concomitanza con il “17° International Meeting on. P-Type ATPases”.
SINTESI DEL PROF. ALFRED L. GEORGE JR.
Il prof Alfred L. George Jr. (Northwestern University Feinberg School of Medicine) ha redatto un’efficace sintesi in inglese del XII “Simposio ATP1A3 in Disease” . Vi proponiamo il link PDF dove scaricare il documento, ad uso principalmente dei medici impegnati nella cura dei pazienti affetti da malattie rare causate dalle mutazioni ATP1A3. È importante condividere le informazioni per aiutare le famiglie e i professionisti a conoscere tutti gli strumenti della ricerca a livello internazionale per la cura dei malati rari. Ringraziamo i ricercatori intervenuti da tutto il mondo al “Simposio ATP1A3 in Disease” 2024 per portare il loro contributo alla ricerca e aiutare le famiglie dei pazienti.